1448-1523
1448-50
Città del Pieve
Pietro Vannucci nasce tra il 1448 e il 1450 a Città della Pieve, allora sotto la giurisdizione di Perugia. Da qui il soprannome con cui sceglierà di firmarsi: Petrus Perusinus.
1450-65
Perugia
Contrariamente a quanto sostiene Giorgio Vasari, secondo il quale l’artista sarebbe stato «allevato tra la miseria e lo stento», Pietro cresce in una famiglia abbastanza agiata. Non c’è alcuna certezza sulla sua prima formazione, ma è ipotizzabile un apprendistato in giovanissima età, come si usava allora, presso la bottega di un pittore attivo a Perugia in quegli anni.
1465-70
Firenze
Dopo un periodo di apprendistato umbro, nella seconda metà degli anni Sessanta Perugino si reca a Firenze dove studia nella bottega di Andrea del Verrocchio. Insieme a lui Leonardo da Vinci e Sandro Botticelli.
1472
Firenze
Nel 1472 inizia a ottenere commissioni di rilievo, oggi irrimediabilmente perdute.
1475
Perugia
É confermata la presenza di Pietro a Perugia, dove esegue pitture murali, anch’esse non conservate, a Palazzo dei Priori; e, con ogni probabilità, la tavola con l’Adorazione dei magi per Santa Maria dei Servi.
1479
Roma
Arriva la grande occasione: Papa Sisto IV lo chiama a lavorare alla cappella dell’Immacolata Concezione.
1481-82
Roma
Lavora alla Cappella Sistina insieme ai massimi pittori del tempo. Qui dipinge la Partenza di Mosè per l’Egitto, la Consegna delle chiavi e il Battesimo di Cristo; oltre a tre storie nella parete dietro l’altare, poi sostituite su volontà di Clemente VII dal Giudizio universale di Michelangelo.
1985
Centro Italia
Nella seconda metà degli anni Ottanta è prima a Perugia, e poi ad Assisi. Tuttavia il fermento fiorentino lo riporta subito in Toscana dove realizza numerose opere a fresco e su tavola per il convento di San Giusto alle Mura. A seguito del terremoto che colpirà Firenze nel 1529, di queste sopravviveranno solo le pale destinate alla chiesa, con la Pietà, l’Orazione nell’orto e il Crocifisso con santi, ora conservate agli Uffizi.
1485-90
Centro Italia
A questa fase risalgono il grande affresco con l’Ultima cena, per il refettorio dell’ex convento di Sant’Onofrio (Cenacolo di Fuligno), il San Sebastiano del Louvre e, ormai verso la fine del decennio, la Visione di san Bernardo dell’Alte Pinakothek di Monaco e l’Annunciazione di Santa Maria Nuova a Fano.
1490-92
Italia
Si destreggia, non senza qualche difficoltà nel rispettare i tempi di consegna, tra commissioni pubbliche e private che provengono da città come Cremona (Madonna col Bambino tra i santi Giacomo e Agostino), oltre che Roma (Polittico Albani Torlonia) e Firenze.
1493
Venezia
Si sposa con Chiara Fancelli e si reca a Venezia dove l’anno successivo dipinge il Ritratto di Francesco delle Opere, oggi agli Uffizi.
1494-99
Centro Italia
In questo periodo si colloca l’ingresso di Raffaello nella bottega. Nel mentre Pietro accetta numerosi incarichi importanti fra cui la Pala dei decemviri per la Cappella dei Priori, il Polittico di san Pietro e gli affreschi del Collegio del Cambio a Perugia.
1502
Perugia
Il suo linguaggio figurativo è dominante su quasi tutto il territorio italiano. Dipinge ( su entrambi i lati) la grande macchina d’altare per Sant’Agostino a Perugia che verrà però collocata in chiesa solo dopo la morte del pittore.
1504
Firenze
I frati dell’ordine dei Servi di Maria di Firenze lo incaricano di completare il polittico per l’altare maggiore della loro casa madre, la basilica della Santissima Annunziata, rimasto incompiuto per la morte di Filippino Lippi. Perugino conclude il lavoro in tre anni, ma il risultato finale delude i fiorentini che lamentano scarsa originalità ed eccessiva ripetitività nella composizione.
1505-22
Perugia
Gli ultimi vent’anni di attività lo vedono concentrato soprattutto su Perugia, dove si trasferisce definitivamente e continua a dipingere fino alla morte. Tanto che oggi il maggior numero di opere al mondo dell’artista è conservato proprio alla Galleria nazionale dell’Umbria.
1523
Fontignano
Perugino muore di peste nel febbraio del 1523. La sua opera è così apprezzata da essere soprannominato “divino” dal padre di Raffaello, Giovanni Santi. La sua fama è talmente grande che, come scrive Vasari, «tanto piacque al suo tempo che vennero molti di Francia, di Spagna d’Alemagna e d’altre province» per imparare i segreti della sua arte.
Madonna col Bambino, angeli e i santi Agostino e Maddalena e Martirio di San Valentino
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Visita il sitoMadonna col Bambino e santi Biagio e Caterina e Pietà e santi Giovanni e Maria Maddalena
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Visita il sitoSant'Antonio da Padova e donatore e Madonna della Misericordia e i santi Stefano e Gerolamo
Visita il sitoIl vino, l'olio, la terra. Dal territorio alla tavola nell'età di Perugino
Visita il sitoNel Perugino […] semplicemente non c'è tenebra, nessun errore. Qualsiasi colore risulta seducente, e tutto lo spazio è luce. Il mondo, l'universo appare divino: ogni tristezza rientra nell'armonia generale; ogni malinconia, nella pace.
(John Ruskin, Ariadne fiorentina, 1867)